Che cos’è l’assistenza legale gratuita? È la legge che riconosce ad ogni cittadino, non avente uno stato economico agiato, il diritto ad essere difeso o assistito gratuitamente da un avvocato o da un consulente tecnico, di fronte ad un giudice. Inoltre, è anche il diritto di non pagare le spese processuali, comprese quelle della perizia tecnica.
L’assistenza gratuita può essere richiesta per ogni tipologia di controversia ed in tutte le giurisdizioni: civile, penale, amministrativa, tributaria e di volontaria giurisdizione. È accessibile per tutti i gradi di giudizio: istanze di 1° grado, giudizio in appello e ricorso in Cassazione.
Qui entra in gioco il patrocinio a spese dello Stato per l’assistenza legale gratuita, che è consentito per la sola difesa durante il processo. Solo i professionisti avvocati iscritti all’apposito albo, gestito dai Consigli dei Tribunali, potranno assumere cause a carico dello Stato.
L’avvocato difensore che rappresenterà il cittadino, non potrà chiedere compensi, anticipi o integrazioni in denaro al richiedente: verrà retribuito esclusivamente dalle autorità giudiziarie. È possibile nominare, se necessario, anche un consulente tecnico che verrà anch’egli liquidato dallo Stato, al termine di ogni fase o grado del processo.
Come richiedere l’assistenza legale gratuita a Milano.
L’assistenza legale gratuita è richiesta agli avvocati, da potenziali assistiti che si trovano in difficoltà economica e nella condizione di non poter proseguire o iniziare, una tipologia di processo di cui hanno estrema necessità.
Il patrocinio gratuito quindi è una valida possibilità attraverso la quale, chiunque dimostri di averne davvero bisogno, può avvalersi dell’assistenza gratuita di un avvocato, che non è mai imposto.
L’assistenza legale a Milano, si rivolge sia ai cittadini che alle imprese ed è reso possibile da una forte coesione tra l’Ordine degli Avvocati di Milano e il Comune stesso. Nei nove Municipi di riferimento, è possibile riscontrare una consulenza legale gratuita sulle tematiche di maggior urgenza sociale.
Vediamo quindi come è possibile richiedere l’assistenza gratuita a Milano, in due diversi ambiti:
- In ambito civilistico. Il cittadino in questione, dovrà presentare un’istanza di ammissione al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano o del luogo in cui si svolge il processo.
- In ambito penalistico. In questo vaso, l’istanza deve essere presentata all’ufficio del giudice dinanzi al quale si è iniziato il processo.
Essendo svariate le tematiche e gli ambiti trattati nel settore giudiziario, non esiste una modalità di richiesta uniforme per presentare domanda di assistenza legale gratuita.
Per facilitare lo svolgimento delle procedure di richiesta, è utile consultare il sito del Ministero della Giustizia, che ha pubblicato on-line una comoda scheda pratica.
Inoltre, i Consigli dell’Ordine dei Tribunali hanno pubblicato, sempre on-line, un elenco contenente i nominativi, tramite il quale è possibile scegliere un professionista.
Valutazione della domanda e revoca del provvedimento.
Come per la richiesta di assistenza legale gratuita, anche la domanda viene valutata in base a dei canoni inerenti alle determinate sedi:
· In sede civile. La domanda, viene esaminata dal Consiglio dell’Ordine competente, che ne valuta la correttezza. Potrà in seguito essere ammessa, rigettata o dichiarata inammissibile, per mancati requisiti necessari.
- In sede penale. La domanda viene valutata dal Magistrato a cui è stata inoltrata, che ha facoltà di decidere di ammetterla, rigettarla o anche dichiararla inammissibile.
Dopo l’approvazione della richiesta, interverrà in supervisione l’Agenzia delle Entrate. Avrà il compito di verificare l’esatto ammontare del reddito auto-dichiarato del richiedente: è quindi di vitale importanza, dichiarare con precisione e veridicità l’importo nella compilazione della domanda.
Il provvedimento di ammissione al gratuito patrocinio può anche essere revocato:
- Se nel corso del processo le condizioni reddituali sono cambiate.
- Se risulta, durante l’ammissione provvisoria, l’insussistenza dei presupposti per procedere.
- Se l’interessato ha agito o resistito in giudizio con malafede o colpa grave.